I comunisti e la storia

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catartica
view post Posted on 14/5/2009, 14:47




Gentile professore e compagno,
innanzi tutto la ringrazio a nome dell'amministrazione del forum per la sua presenza. Ci sembra una straordinaria possibilità di confronto.
Ho due domande, che si intersecano tra loro, perché riguardano entrambe il rapporto tra i comunisti e la loro storia.

1)Il partito in questi anni ha assorbito ampiamente le manipolazioni ideologiche riguardanti la storia del socialismo reale. Abbiamo visto come i proclami antistalinisti, nel tempo, fossero funzionali alla liquidazione dell'organizzazione, del partito, del comunismo in sé. Eppure tuttora nel partito permangono queste tendenze, molti fanno fatica a dirsi comunisti senza perdere l'occasione di dissociarsi da chiunque abbia provato a fare la rivoluzione ed a costruire il comunismo nella pratica. Credo che questa deriva sia dannosissima per la causa comunista, per ragioni di merito e di metodo. Come possiamo arginarla?

2)E' difficile entrare in rapporto con la società da comunisti. Anche grazie a coloro che nel partito hanno adottato argomentazioni da “Libro nero del comunismo”, interloquendo col nostro blocco sociale di riferimento è frequente sentirsi rinfacciare i crimini, i morti, la miseria del socialismo reale e degli stati che persistono sulla strada del comunismo (Cina, Cuba). Ovviamente è facile ribattere facendo riferimento al PCI ed alla Resistenza, portatori di democrazia e di diritti, ma non credo che sia sufficiente. L'utilizzo del metodo comparativo con chi ha vaghe conoscenze storiche non è efficace. Quale impostazione possiamo adottare per difendere, in maniera semplice e comprensibile per tutti, le nostre ragioni e la nostra storia contro i luoghi comuni della dilagante e trasversale ideologia anticomunista?

Grazie.
 
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domenicolosurdo
view post Posted on 19/5/2009, 20:00




E’ evidente che oggi gli anticomunisti hanno dalla loro parte il senso comune (e un gigantesco apparato multimediale) e godono di questi vantaggi persino in redazioni giornalistiche e in organizzazioni che pure si dichiarano «comuniste». Non conosco e non ci sono ricette miracolose, occorre armarsi di pazienza e di tenacia: la «lotta per la storia» dev’essere collegata alla lotta contro le malefatte che capitalismo e imperialismo continuano a commettere nel presente.

 
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catartica
view post Posted on 19/5/2009, 20:48




Professore, la ringrazio per la disponibilità, ha dato delle risposte interessantissime, ma mi permetta di dirle che non sono soddisfatta della risposta alle mie domande. Speravo proprio che potesse offrirmi una strategia da usare nel partito ed un metodo per interloquire con persone non politicizzate.
Davvero dobbiamo affidarci all'improvvisazione? La tenacia non ci manca, eppure facciamo molta fatica a far valere le nostre idee, nel partito come all'esterno.
 
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domenicolosurdo
view post Posted on 19/5/2009, 21:23




Non sono più iscritto al PRC a partire dal momento in cui Bertinotti ha imposto il suo bonapartismo soft. Non muovendomi dall’interno di tale Partito è chiaro che sarebbe presuntuoso da parte mia dettare o anche solo suggerire una strategia. Posso solo dire che in passato, polemizzando anche con i compagni dell’Ernesto (l’area con la quale continuo a identificarmi) ho espresso l’opinione secondo cui occorreva dare battaglia aperta contro la liquidazione teorica e politica portata avanti (con successo) dal segretario.
Ora guardo con interesse e simpatia al processo di costruzione dell’unità dei comunisti e ad esso sono pronto a dare il mio contributo. Credo che avviare un processo di riunificazione possa contribuire a ricostruire quelle motivazioni che i militanti del partito hanno perduto ma che sono importanti anche quando si entra in contatto con le persone meno politicizzate.
 
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3 replies since 14/5/2009, 14:47   545 views
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