Riprendere il dialogo

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chiccob
view post Posted on 19/5/2009, 11:17




Gent. mo Prof. Domenico Losurdo,
una domanda ricorrente che mi pongo e alla quale non riesco a trovare risposta: una sinistra frantumata da accorpare che trascura la propria casa, la propria città, le problematiche legate ai bisogni quotidiani. In tanti a gridare al Lupo, in pochi ad accorgersi che il Lupo è dietro l'angolo. Ho abitato a Canosa di Puglia, abitavo in una nuova periferia collegata al resto del mondo da una sola via. Nessuna scuola, di ogni ordine e grado e così ho dovuto accompagnare mia figlia a scuola per ben 11 anni in altre periferie raggiungibili solo in auto e solamente dopo aver attraversato il centro città. Le risparmio le mie riflessioni, le lascio alla sua immaginazione. La legislazione urbanistica nazionale impone, ma è il caso di dire imporrebbe, che per ogni abitante insediato o da insediare bisogna assicurare la dotazione minima, inderogabile, di mq. 18 per spazi pubblici o riservati alle attività collettive, a verde pubblico o a parcheggio, per l'istruzione, per attrezzature di interesse comune, ecc. Accade anche che diversi comuni indicano, all'interno dei propri piani urbanistici, proposte miranti all'applicazione del D.M. 2 aprile 1968, n. 1444 ma sistematicamente queste norme rimangono inapplicate. Per portare a conoscenza i cittadini di quanto viene loro sottratto servirebbe un minimo di organizzazione. Avrebbe una via da indicarci? L'applicazione pratica del pensiero di sinistra in quali canali dovrebbe infilarsi? La televisione ci distrae, per quanto mi riguarda l'ho già spenta da tempo. Conosco diverse persone dotate di buona cultura; parlano ma sono sospese in una sorta di Limbo, non tentano nemmeno una riorganizzazione finalizzata alla pura e semplice analisi dei bisogni. Ritengo che il nodo da sciogliere sia proprio quà: ANALIZZARE I BISOGNI. Sono fermamente convinto che da questo scaturisca la proposta. Perchè non riusciamo a farlo? Ci saranno ragioni che mi sfuggono!
Francesco Buttari
 
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domenicolosurdo
view post Posted on 19/5/2009, 20:25




Non c’è dubbio che, nel processo di costruzione di un partito comunista forte e radicato nelle masse, il momento della ricognizione dei bisogni è essenziale. Il tribuno popolare di cui parla Lenin nel Che fare? è il militante che sa interpretare i bisogni, anche quelli quotidiani, delle masse e che sa inserire la lotta e l’organizzazione necessarie per il loro appagamento in un quadro generale di superamento del sistema capitalistico.
 
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1 replies since 19/5/2009, 11:17   180 views
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